STUDI D’ARTISTA

È uscito stamattina il libro/catalogo di STUDI D’ARTISTA, i luoghi della produzione dell’arte, ad opera del Segretariato Regionale del MiBACT del Piemonte,
a cura di Stefania Dassi e Carla Testore.
È dedicato agli artisti del Quartiere San Salvario, Torino.

Studi d'artista
Studi d'artista.tot

Il testo dedicato allo studio mio e della mia compagna Anna M.Borgna, situato in Torino, via Belfiore 13, è questo:

MARIO BIANCO

Penna e pennello

Mario Bianco è figlio della Seconda Guerra Mondiale ma la sua carica e il suo modo di raccontarsi confermano che non sempre l’età di una persona coincide con il dato anagrafico.
Lui è di origine monferrina ma ha sempre abitato a San Salvario dove lo troviamo nell’atelier di via Belfiore 13, condiviso con la moglie Anna Borgna, anche lei pittrice. Uno spazio grande, accogliente, dalle belle vetrine come vuole lui per ricreare lo spirito della bottega, capace di mettere l’arte anche nella vita quotidiana dei passanti.
Doppiamente “maturo”, Mario Bianco ha conseguito nel ’59 la Maturità Classica presso il Liceo Vittorio Alfieri e nel ’66 quello di Maturità Artistica presso l’Accademia Albertina. Ha sempre avuto una passione per l’arte e un doppio talento per la scrittura e la pittura, coltivate nelle ore serali del dopo-lavoro. E’ stato insegnante di Educazione Artistica, disegnatore progettista al Centro Studi Urbanistici della Provincia di Torino e, dal ’76 al ’93, responsabile tecnico presso la GAM per la conservazione e il restauro e per la realizzazione di mostre.
Tra i suoi libri: “San Salvario”, una storia del quartiere scritta a quattro mani con Massimo Scaglione, “Torino, camminando di qua e di là dal Po” un carnet de voyage attraverso la circoscrizione 8 illustrato con acquerello anche da lui, dalla moglie e da altre tre artiste dell’Ass. TEART, e “Letti a undici piazze” che raccoglie una ventina di racconti, suoi e dell’amico Euro Carello, ambientati nel capoluogo, arricchita da quarantaquattro suoi disegni a china, seppia e matita.
La pittura di Bianco è ispirata al Surrealismo, alle Avanguardie del ‘900 ma anche alle arti orientali soprattutto per le tecniche di uso dell’inchiostro su carta. Sulle tele il suo segno è marcato, il colore ad olio, o ad acrilico, spesso, crea contrasti, è astratto e simbolicamente vuole anche alludere al tema del fluire di quell’energia che in ogni cosa è l’invisibile e continuo muoversi degli atomi. Il passaggio alla scultura è stato inevitabile ma casuale: un giorno Mario ha trovato un pezzo di ethafoam vicino ad un bidone e ha deciso di lavorarlo per ottenere quelle forme astratte che sembravano adatte a dare la terza dimensione alle energie chiuse nelle sue tele.
Spesso sono opere grandi ma leggerissime.
Quando un bambino incuriosito fa fermare i suoi genitori per curiosare dentro le vetrine a Mario piace fargli uno scherzo, allora lo invita a sollevare una delle sue opere dicendogli che è pesantissima… scatena così la grande energia di un sorriso!