Dal 1997 , cioè da quando ho avuto accesso ad Internet, ho scoperto forum o angoli ove si adunavano persone singolari a parlare, a dirsela di questo e di quello, magari arti e letteratura; anch’io mi ci sono infrattato ed ho scoperto stupidaggini, violenze verbali incredibili, ma, ed anche, ricche discussioni, conversazioni, scherzi, ironie, invenzioni inusitate.
Dietro il consiglio di un caro amico, detto Herzog, titolare di blog molto interessante e seguito, ho scoperto, anni dopo, un blog, ove una signora nascosta da un nickname o pseudonimo che subito mi ispirò simpatia, cioè Manginobrioches, scriveva testi singolari che vagavano tra il surreale, il fantastico e la favola.
Manginobrioches ora non è più un mistero, il suo nome è quello di Anna Mallamo, giornalista acuta ed ironica, che ha anche tenuto, in seguito, un blog seguitissimo sul giornale l’Unità.
Ero stupito di trovare sul suo weblog una scrittura evocativa e sciolta che aveva il coraggio di costruire, sulla memoria famigliare e non, e su una capacità affabulatoria strabiliante, nuove storie piene di colore, atmosfere ed immagini. Erano brevi racconti dolenti, a volte, perché legati a morti, a fatti tristi, altre a luminose fantasie in cui volavano angeli che domavano tigri, strane apparizioni in bugigattoli dimenticati.
Ho scritto colore ed immagini, infatti i testi di Anna Mallamo dopo pochi minuti di lettura mi facevano comparire dietro gli occhi figure, tratti di volti, case, oggetti, spazi interni che avevano a che fare con certe mie memorie, si riallacciavano ad un mio sentire ambienti e dettagli.
In quegli anni con pennelli e colori acrilici lavoravo a costruire immagini astratto-simboliche, oppure mi ingegnavo a comporre opere polimateriche affini allo stile della mia pittura. Tuttavia spinto dalla forza evocativa di Manginobrioches ripresi la penna (col pennino fino) in mano, gli inchiostri che avevo quasi abbandonato, e lavorai con gioia, anzi con eccitazione, per trasferire in disegni leggibili per tutti quello che le sue storie mi dicevano.
Credo che il primo disegno che feci sia stato quello di un “trispito”, strana creatura favolosa inventata, credo, dalla sua nonna Carmosina.
Poi andai avanti, spedii ad Anna Mallamo le mie immagini, e lei ne fu felice.
A puntate presi a fare molte illustrazioni per i suoi testi, che sono sfociate in “Angeli e case”, una pubblicazione non cartacea, che si può scaricare gratuitamente sul sito dei Feaci.
Poi Anna un giorno anni dopo l’ho vista, l’ho conosciuta, abbiamo cenato insieme ed abbiamo festaggiato tanto.
È stata una magnifica avventura: uno dei begli incontri che si possono fare sul web.