Una trentina di anni fa, dopo aver riletto “Moby Dick o la Balena” di Melville, e aver riflettuto e fantasticato parecchio sulle vite possibili e impossibili del capitano Ahab, presi a inventarmi episodi non narrati da Melville, magari surreali o folli, della vita del suddetto marinaio, impavido cacciatore di balene e capogli.
Per meglio rendere tangibili le mie fantasie ho preso fogli e inchiostro di china e penna e pennini e mi sono messo a disegnare. Sotto ogni tavola ho scritto poi un commento, a volte con pretese poetiche e con un filo di ironia. Non sapevo esattamente per quale motivo facevo questa operazione di aggiunta abusiva e revisione del capolavoro che tanto ho amato e amo. Col tempo poi ci ho riflettuto: penso di aver in qualche modo voluto smitizzare l’eroe, in qualche modo renderlo più tangibile umanamente, meno duro, più sfumato forse più bizzarro ma più amabile. E così dopo che delle care amiche mi hanno tradotto negli anni le didascalie in tedesco e francese e non aver raggiunto nessun risultato editoriale, posto ovvero pongo qui sul mio sito blog questa storia, queste tavole a cui sono molto affezionato e che spero interessino qualche passeggero nel mare sempre mosso del web.