mostra degli “omini scritori”

Di questi miei figuri, prima ominidi e poi omini, di cui ho scritto qui il 17 marzo scorso, c’è ora una mostra dal titolo “omini scritori” ed è una rassegna di 30 disegni satirici, elaborati e colorati digitalmente, ispirati ai vizi, alle fisime ed alle virtù dei miei amici scrittori immaginari e non, me compreso, che si inaugurerà alla Biblioteca civica Natalia Ginzburg, via Cesare Lombroso 16, in Torino, il prossimo martedì 10 maggio 2016, alle ore 18,00 e durerà fino al 23 maggio, naturalmente secondo gli orari della biblioteca.

le forme che si muovono

Nel mese scorso di aprile ho ripreso a dipingere su tela e in formato medio dopo una sosta di mesi. Nel frattempo, tuttavia, avevo continuato a produrre disegni, bozzetti, acquerelli, decine dei miei omini scritori, di piccolo formato, perché se resto senza dipingere anche per pochi giorni mi innervosisco, mi spaeso, in pratica mi sento male. Perché la pratica della creazione di figure, verosimili o no, oggetti pittorici mi assorbe e mi sposta in uno stato della mente simile alla meditazione.     Al di là dei risultati estetici l’assorbimento quasi totale nella pratica manuale/mentale della pittura, per quanto eccitante, mi conduce in uno stato di distacco da pensieri vari, urgenti o assillanti. Benché io pensi e progetti mentre disegno, tiro tratti e costruisco figure non verisimili, sento un distacco tangibile dal mondo “normale”: uno stato che tuttavia non è quello della distrazione.

Sono ritornato alla pittura dei miei tempi preferiti, cerco di dare una forma, di alludere alle molteplici forze invisibili, talvolta anche sensibili, che ci animano, e tengono in vita e trasformano continuamente questa natura, questo mondo.

Naturalmente parto da un segno o poco più sulla tela, studio e tento coi tratti, coi colori di dare una armonia personale alla composizione, finché non trovo, cioè scopro un equilibrio dinamico di segni, toni, tinte che mi soddisfi.

Anche se i miei temi preferiti sono da anni sempre simili non smetto la ricerca per formare figure diverse, più confacenti al mio stato mentale o d’animo, perché le forze a cui do una forma immaginaria sono in pratica invisibili e il mio è un frammento di palcoscenico di un teatro ove i personaggi sono segni, forme e simboli che escono, si muovono continuamente, ballano, sconfinano, si proiettano lontano. Allego qui alcune immagini di miei dipinti su tela, recentissimi, di dimensioni medie 50×70 cm. ca., durante la lavorazione e al fine terminati e piazzati sul telaio.