nuovi racconti ovvero Mary Cassat sono io

Verso la fine di febbraio ho finito di scrivere, rielaborare e correggere i miei ultimi racconti, ci lavoravo da parecchi mesi, li avevo progettati anni fa. Sono nove e si svolgono in vari musei, di arti moderne ed antiche, di tecnica e scienze. Cerco di trascinare il lettore tra oggetti di collezioni pubbliche, dipinti antichi e contemporanei, sculture, vasi, tazze, tappeti codici miniati; non ho escluso cannoni decorati da fini rilievi, colubrine schioppi ed archibugi, pure crani e scheletri, lucertole, maggiolini e insetti vari. Essendo fin dall’infanzia appassionato di aerei, macchine volanti, quelle cose magiche in legno e acciaio, ho dedicato una storia pure a un Museo dell’Aeronautica, in particolare ad un magnifico caccia italiano della II° guerra mondiale, il Reggiane Re. 2005 “Sagittario”.

L’ultima storia, poi, è un apologo esemplare sui grilli raccontato da un letterato/giullare alle conservatrici di un museo di scienze naturali.

Ho lavorato per quasi vent’anni in musei pubblici, non come passacarte, ma come tecnico, vivendo sovente l’estasi quasi quotidiana di vivere a contatto carnale con opere d’Arte.

Come artista per me è stata un’avventura emozionante e continuata poter finalmente mettere il naso, (letteralmente annusare), su vecchie tele dipinte, palparne la trama, scorniciare, ideare nuove cornici, progettare allestimenti di mostre, tenere tra le mani un coccio medievale, una madonna in legno dipinta del Cinquecento, aggirarmi in corridoi antichi, aprire vecchie casse polverose dall’ignoto contenuto.

Queste storie per me, solo per me, avevano per titolo “Racconti del museo”, poi, dovendo esibirli, proporli, ho nominato la raccolta “Mary Cassatt sono io”, dal nome della prima.

Di fatto ho tentato di creare una colorata cornice o decorosa scenografia di oggetti muti intorno alle vicende, anche drammatiche, dolorose, di persone che lavorano, si muovono nei musei, e talvolta passano buona parte della loro vita quotidiana in una specie di romitorio estetico, in un sacrario ignoto ai più.

Ho affidato questa raccolta all’amico Giovanni Lamanna mio agente letterario, della GILAM Agency sperando che li piazzi bene: io ci tengo molto.

copertina event.4Illustrazione cop. per sito