Ogni tanto, o meglio da qualche tempo, lascio di più andare la testa, la mano e il segno dove vogliono. Ovvero cerco di rilassarmi, di abbandonare la razionalità vuoi ragionamento mentre disegno o dipingo, lascio andare lo strumento del disegno dove vuole. Cerco di restare in uno stato di abbandono alle voci sotterranee della mente, al segno interiore suggerito dall’inconscio, o subconscio che sia. Ed infine intitolo l’operetta, il risultato
INCONNU…
Come quasi ovvio, dopo qualche giorno, dopo qualche tempo, mi metto davanti all’immagine e cerco di interpretare ciò che ho fatto e attribuisco significati: i segni sono segnali provenienti dal profondo, mi sbizzarrisco a immaginare un parto mentale che genera graffi graffiti colori tratti sfumature che hanno un legame inconnu con qualche pensiero che non è detto o è ancora in fieri. Mi piace molto il termine francese inconnu, per sconosciuto, non è un vezzo, fu già usato da altri artisti.
Ho aggiunto oggi, 20 aprile 2024, l’ultimo mio INCONNU, eseguito l’altro ieri, perché mi pare riuscito bene. Me lo sono messo alcune volte davanti per cercare di decifrarlo. Ci ho visto anche un volto semiumano con un nasone. Così è il mio lavoro: prima cerco di lasciar libere la mente e la mano e poi, dopo qualche tempo, cerco di decifrare questo lavoro che può contenere anche messaggi subliminali che diventano evidenti magari a distanza di anni
E pure oggi, 25.4.2024. aggiungo altri ignoti ovvero sconosciuti, o meglio INCONNU, che ho creato nei giorni scorsi e, come quasi ovvio, non so dove mi porterà questa ricerca perché già il “nome” stesso dice che va verso mete (qualora esistano) sconosciute…
Ed anche oggi, mattina nel giorno 27.4.2024 metto qui le riproduzioni (non si usa più dirlo, invero…) cioè le immagini di due nuovi INCONNU dipinti ieri pomeriggio su carta, il secondo dei due l’ho eseguito, con tempere miste, sulla mia amata carta bluastra detta un tempo color carta da zucchero.